Bernard Palmier Sensei - Roma 2010
La relazione Uke / Tori si basa su tre presupposti di base.
1) I principi dell’ aikido si applicano e si sviluppano nel lavoro dell’ Uke.
Uke "è parte dell’ Aikido." Le competenze che il praticante sviluppa nel suo lavoro di Uke sono trasferibili e gli permettono di progredire come Tori. Nel lavoro di Uke troviamo principi quali la costruzione, l'unità del corpo, e più ampiamente l’integrità, la distanza etc …. La pratica dell'Aikido non risiede unicamente nel saper fare le tecniche, ma piuttosto nel "vivere" le tecniche. Conoscere una tecnica è saperla vivere tanto come Tori quanto come Uke….
2) Nella pratica i ruoli si invertono, talvolta si confondono.
….. I ruoli si invertono nel Kaeshi waza. Uke può sfruttare le aperture o le lacune di una tecnica e prendere il sopravvento suTori.
3) La relazione Uke / Tori è finalizzata ad una dimensione di "cooperazione".
Parlare di cooperazione nel contesto di un arte marziale può sembrare sorprendente. La cooperazione nella pratica dell'Aikido non significa "compiacenza", al contrario la cooperazione di cui parliamo si basa sull’esigenza ed il rispetto. Si tratta di uno scambio per il reciproco progresso. Tori e Uke dovranno trovare la misura per far progredire l’altro senza fargli alcun male. La pratica aiuta a sviluppare una strategia "vincente - vincente". Nessuno perde, tantomeno Uke che attraverso il controllo del suo comportamento e delle ukemi, cade e si rialza per attaccare ancora. Uke e Tori non sono faccia a faccia in un confronto, ma fianco a fianco di fronte a una situazione che deve essere gestita insieme e che deve farli crescere e migliorare.
Il rapporto Uke / Tori mette in evidenza un certo numero di principi strutturali dell’Aikido. Sul piano mentale (Shin), se ne possono citare almeno tre:
1) Il rispetto dell'integrità:
questo principio si riflette nei punti di cui sopra, in particolare nel terzo, la "cooperazione". La pratica si basa sul rispetto reciproco e dovrebbe permettere di "conservare e rinforzare l'integrità in senso ampio (fisico e mentale) dei protagonisti."
2) L’ adattabilità:
2) L’ adattabilità:
un principio che è caratterizzato dall’ ascolto e dalla presa in considerazione dell’altro, senza dubbio una condizione di rispetto per l'integrità, ma anche una condizione di autenticità nella relazione. Tori deve adattare il suo comportamento (scelta della tecnica e / o modo di eseguirla) a Uke (al suo attacco, al suo livello, alla sua capacità). In cambio Uke, deve essere lo "specchio" del comportamento di Tori.
Questo è il senso della pratica di base che chiamiamo " Ippan geiko”. Bisogna fare in modo che i comportamenti di Uke siano solamente la conseguenza della pratica di Tori, senza anticipazioni, senza gesti parassiti ...
3) La non-opposizione / la non-violenza:
anche qui, parlare di non violenza per un arte marziale può sembrare sorprendente per alcuni. Eppure l’ Aikido promuove la "clemenza" e più la "persuasione" che la "dissuasione". In ogni caso la non violenza non è basata sulla debolezza. Questo perché possiamo decidere in un momento o l'altro nella tecnica che abbiamo scelto, per esempio, di portare al suolo Uke e immobilizzarlo o dargli la possibilità di cadere.
Questi principi riguardanti un piano mentale, si manifestano nel rapporto Uke / Tori attraverso l'applicazione dei principi tecnici.
Si può fare riferimento ad almeno tre di questi:
1) Il concetto di Ki musubi (il legame delle energie):
essere “in fase” con il partner.
La non opposizione dipende da esso. E’ la scelta del modo di incontrare (De Ai), che permetterà di essere in fase con il partner, di andare nella distanza del partner senza subirla (pressione) o portare Uke nella propria distanza (estensione).
2) La fluidità:
principio più ampio, conseguenza dell’applicazione di altri principi (centralità / unità del corpo / Ki musubi, irimi / direzione / presa dell’angolo...). Questa fluidità si caratterizza principalmente attraverso un controllo permanente di una parte e dell’altra (Uke / Tori) per preservare l'integrità e dare un senso alla pratica:
• controllo esercitato attraverso la mobilità (Ki Nagare), condurre il partner ad una presa o a un contatto.
• controllo esercitato più facilmente, ad esempio, sulla possibilità di uscita da una presa e di sostituirla con un contatto evitando le interruzioni.
• controllo esercitato attraverso la mobilità (Ki Nagare), condurre il partner ad una presa o a un contatto.
• controllo esercitato più facilmente, ad esempio, sulla possibilità di uscita da una presa e di sostituirla con un contatto evitando le interruzioni.
3) Azione / reazione:
principio tecnico basato sulla considerazione dell’altro, l’ascolto e la capacità di adattamento che si esprimerà:
• per Tori in Henka waza (cambiamenti e sequenze)
• per Uke in Kaeshi waza (invertire la situazione, Uke diventa Tori)
Questo modo di intendere la relazione Uke / Tori è una visione tra le altre, si potrebbe dire senza dubbio molte altre cose o dire il contrario.
In sintesi, il rapporto Uke / Tori
• 3 presupposti
• 3 principi sul piano mentale
• 3 principi sul piano tecnico
Bernard Palmier
7 ème Dan
DTR Ile de France

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