martedì 1 febbraio 2011

Un buon kimochi

È stata davvero una pratica ricca di kimochi, per usare le parole di Roberto Sensei. Come mi accade spesso alla fine di un lavoro così ricco di sensazioni e di attenzione, sono sceso dal tatami con la mente piacevolmente sgombra e col corpo rilassato e sciolto. Ho avuto anche la possibilità di accorgermi di alcuni errori che spesso commetto nel pormi in relazione, come ad esempio la mia riluttazza a seguire con lo sguardo il compagno di pratica fino al centro dell'azione, impedendo o interrompendo così il "contatto" del lavoro studiato. Mi ha fatto molto piacere condividere questa mattinata di Aikido con gli amici del Sakitama Dojo, che ci hanno ospitato e che ringrazio per le due ore e mezza di lavoro insieme.
Mattia



Roberto Sensei nella prima parte dello special keiko diretto al Dojo Sakitama, si è soffermato sulla possibilità, in funzione della pratica, di alzare il proprio centro per “muoversi”, o invece abbassarlo per “muovere”. Molta attenzione è stata poi dedicata alle attitudini di uke e tori attraverso la definizione degli assi verticale ed orizzontale del corpo, e l'individuazione del centro dell’azione. 
Come ogni appuntamento animato da Roberto Sensei si è lavorato in un clima attento, ricettivo ma sereno in cui si è potuto gustare un buon kimochi, come sottolineato dallo stesso M° Martucci, il che ha permesso nel finale di lezione di cimentarci in alcuni scambi di shomenuchi jiyu waza molto intesi, fluidi e dinamici. 
Matteo


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