martedì 29 novembre 2011

Il corpo in gioco - Endo Sensei Vienna Seminar 2011

Eravamo li, pronti, consapevoli che avremmo dovuto dare fondo a tutte le forze che avevamo in corpo per poter vivere appieno quell'esperienza che di li a poco ci accingevamo ad intraprendere .. come gruppo e come singoli.
Può darsi che ognuno di noi nella vita porti con se un bagaglio a volte leggero, a volte pesante fatto di speranze, passioni, paure e dolori di qualsiasi natura... sentimenti in eterno conflitto tra loro che in questa occasione ho dovuto sperimentare con prepotente intensità.
In certi momenti non mi sentivo fisicamente pronto e quella situazione di precarietà mi rendeva instabile ... mi sentivo sospeso in bilico, così irrequieto da mettere in discussione la mia partecipazione alla lezione. Ero davanti ad un bivio.
Il salire sul tatami, quel gesto apparentemente così normale stavolta stava diventando qualcosa di diverso .. dovevo scegliere se varcare un confine invisibile ma netto, convalidare a me stesso una scelta precisa e profonda ....
Si va !


Non è stato  facile all'inizio rimanere integro e presente, convivendo costantemente e con un sentimento che era un impasto di felicità, dolore, eccitazione, preoccupazione … Ce la faro?!? Riuscirò ad arrivare fino alla fine?!? … Forse è stata solo fortuna, o forse no.
Ancora una volta il tempo si è dilatato, tantissimo. Quello che ci veniva trasmesso, i movimenti, le sensazioni, il suono delle parole cominciava ad avere l' effetto curativo di una medicina.
Uno scambio dopo l'altro sentivo che il mio corpo pian piano stava guarendo, riacquistando la sua integrità mentre la mente si rilassava donandomi la piena possibilità di agire. Ero libero.
Da quel momento ogni istante era un evento, un'esplosione di divertimento appagante ed indimenticabile.
Il corpo in ogni sua parte era coinvolto in quell'esperienza così dura e sublime, stava diventando pesante, come ricoperto da una corazza invisibile, stava acquisendo consapevolezza di se.
Devo ammettere che sto iniziando solo adesso ad intravedere il vero il significato della  parola sacrificio ... sempre più uguale ad una scelta, quella scelta che tramite i sentimenti  trasforma  il sacrificio stesso in dono e scaccia via per sempre dolore e sofferenza.
Chiari mi sono tornati alla mente gli insegnamenti ricevuti durante le nostre lezioni al Kashin:
"E' necessario fare esperienza della propria stanchezza, viverla, sentirla addosso. La fatica elimina la prestanza fisica e lascia solo ciò che serve. C'è bisogno di arrivare fino in fondo, raggiungere il proprio limite per poter scoprire quello che rimane in noi, scoprire quello che il corpo può fare in condizioni di difficoltà e magari rivelare energie che non pensavamo nemmeno di possedere".
Non sono solo parole. Se adesso sono ancora in piedi dopo tre giorni è perché qualcosa in quei momenti è accaduto, è successo qualcosa tra me ed il mio corpo, come fossero due persone distinte, come se avessi partecipato a due lezioni diverse contemporaneamente. Quello è stato l'ostacolo più duro, quella è stata la vera prova.
Credo che l'energia del corpo esista, il KI è lì e può essere scambiato, rinnovato e condiviso in maniera così intensa da riuscire a donarti nuovo ardore ed è stato meraviglioso percepire come questa "forza" ci abbia sostenuto, accompagnato e  contaminato in tutti momenti di pratica e nelle occasioni conviviali, facendo maturare in noi una rigenerata coscienza di Dojo in una dimensione di nuova grande famiglia.

Massimiliano Melone

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