lunedì 30 aprile 2012

I pezzi di un puzzle

Di nuovo insieme sullo stesso tatami; eravamo pronti ad accoglierci reciprocamente, ansiosi di condividerci a vicenda. 
Immediata la creazione di un filo sottile che ci legava in ogni lezione.  
Incameravamo tutta l'energia possibile  prendendo consapevolezza ognuno della propria distanza e geometria vitale. Spazi individuali si toccavano con viva curiosità nell'intento di raggiungere  univoca completezza.
Ci accompagnavamo l'un l'altro durante il comune percorso, entrando nella  sperimentazione  di nuove forme, posture, intenzioni del corpo e della mente.
Forte e sereno fluiva il passaggio dell'esperienza, avendo davanti a noi non solo l'insegnante ma l'uomo desideroso di renderci partecipi della sua personale ed intima ricerca. "Sto solamente mettendo insieme i pezzi di un puzzle".


Diventava sempre più chiara la percezione di sincera uguaglianza ed armoniosa sintonia.
Magnifica è stata la riscoperta del valore dell'assoluto silenzio, nelle cui profondità  si cela inevitabilmente il sentimento più vero, l'intenzione più vitale che genera rispetto e reale marzialità.
Il Dojo non era più un luogo fisico bensì uno stato della mente, uno spazio immateriale dove fare i conti con me stesso, tentando di trovare la relazione migliore per l'altro controllando costantemente l'ego, tenendo a bada quell'egoismo che fa dire: "Io voglio", sentimento che paralizza la mente sull'ostinato raggiungimento del risultato. Così sul tatami, così fuori. Non sarà mai semplice.
Il silenzio si mescolava alla costanza della pratica che riusciva a sbocciare in attimi di puro divertimento, autentico frutto di una  donazione genuina e costruttiva.
E' stato per me sorprendente fino alla commozione osservare quanta  energia  potesse scaturire da  alcuni animi così delicati e gentili. Meraviglioso esempio.


I contorni di questo racconto esperienziale diventavano sempre più marcati e decisi, andando a spaziare su concetti trasformandoli in relazione tecnica. Ero felicemente esausto.
Provvidenziale il suggerimento offerto proprio nel momento in cui avevo più bisogno, infondendomi nuova speranza .. arrivare ad attingere  rinnovata energia nelle motivazioni che  hanno portato a scegliere il cammino dell' Aikido.  Continuo e faticoso lavoro su me stesso.
Partire da un semplice punto di vista, farlo nostro e condurlo in ogni angolo del proprio vivere la pratica è stato come chiudere il cerchio nel quale eravamo tutti inanellati fin dal principio.
Credo che in un certo senso questa esperienza abbia avuto un significato davvero particolare, oserei dire spirituale. Nutrire lo spirito attraverso l'intenso impegno del corpo, coinvolgendo la propria anima in ogni nuovo contatto raggiungendo la donazione più completa, fino ad annientarsi.
Nella quiete della conclusione, ognuno negli occhi dell'altro, riuscivamo a  leggere distintamente parole importanti;
leggevamo la toccante storia di quel sentimento che annoda la gola e riga le guance.
Il cuore continua a battere forte, in un ritmo impetuoso e solenne.
Non so se mai terminerà questa dolce corsa senza freni, così intensa da sfiancare l'anima. L'unica cosa di cui sono certo adesso è che … non posso riposare.

Massimiliano Melone

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